Lui & Lei
La detective - Omicidio al Trans-Diogene Clu
di Ipsell69
28.10.2024 |
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"Appena arrivata a casa, mi infilai dentro la vasca e ci stetti così a lungo da uscire come una vecchia di ottant'anni, tutta raggrinzita..."
Erano passati circa due settimane, dall’ultimo caso, sia Henry il mio assistente a cui piace mettermelo in culo, e Jonathan che credo che quel coso abbia un’intelligenza propria, perchè me lo ritrovo sempre nei posti più disparati assieme a quelle mani prensili piene di dita, come si diceva ai tempi della scuola, in sostanza si stava in pace e tranquillità.Henry, aveva organizzato l’ufficio in maniera impeccabile, quando il campanello suonò.
Alla porta c’era il/la proprietario/a del Trans-Diogene club.
Era bellissimo, non so come spiegarlo ma era una di quelle persone dall’aspetto femminile delicato pur essendo un maschio.
Ci parlò del suo club e del fatto che era stato trovato un morto.
In origine quel club, era nato come luogo di ritrovo degli ammiratori di Sherlock Holmes, ma che poi divenne luogo di trans e di perdizione… secondo alcuni.
Firmato il contratto, ci mettemmo d’accordo per vedere il pub e quando si alzò per un momento gli intravidi il coso, una buona via di mezzo tra Henry e Jonathan.
Il locale era bello, quasi in stile vittoriano; Justine la proprietaria mi fece fare il giro del locale mentre Jonathan ed Henry erano rimasti in ufficio.
Durante la visita, un paio di volte Justine allungò le mani sul mio del sedere.
-Ma che…-
-Hai dei bei argomenti, faresti dei bei soldi qui. -
-Ti ringrazio, ma per ora occupiamoci dell’omicidio. -
Appena arrivati in ufficio, mi ritrovai la sua lingua in bocca. E in un attimo ero attaccata alla parete mezza nuda. Avevo sottovalutato il fatto che che era un maschio con le tette, con la forza di un maschio; la bocca di Justine incollata alla mia, mentre le sue grandi mani mi stringevano il prosperoso seno; il suo uccello faceva su e giù nella vagina mi piaceva un molto come dava il ritmo, anche se facevo fatica a capire come aveva fatto.
La sensazione che provavo era strana era il mio primo trans e la curiosità la dominana suprema.
Quando ebbe l’orgasmo, avrei voluto, ligia al dovere, smettere e rivestirmi, per organizzare l’indagine ma Justin aveva altre idee e non si sarebbe fermata ad una sola scopata.
Ancora una volta lo ripresi in bocca, ma prima di farlo me lo misi al caldo tra i seni.
Justine mugghiava con gusto, fino a che la mia bocca esplose non riuscendo a trattenere il violento coito del suo arnese.
Mi piegai tossendo sputando sperma che rischiava di soffocarmi, ma tra un colpo di tosse e l’altro ancora una volta lo sentì entrare.
Il ritmico su è giù mi rilassò e incominciavo a godermi quella avventura, in fondo c’era già morto, per cui non bisognava correre contro il tempo per salvare qualcuno.
Dopo aver usufruito per ben tre volte delle doti della padrona, chiesi se fosse stato possibile fare un giro del locale, nelle parti non accessibili ai clienti e di dirmi dove fu trovato il cadavere.
Justine mi disse che il cadavere fu trovato nudo nei locali delle caldaie e non era uno dello staff, ma un cliente.
Rimasi un’attimo un’interdetta. Questo è un lavoro per la polizia non per la mia agenzia.
-Vero.- disse Justine ed infatti se ne stanno occupando, ma erano arrivate alcune lettere minatoria e voleva trovare il colpevole, la polizia aveva fatto presente di rivolgersi anche ad un investigatore per controllare quelle lettere, per probabile frode.
Andai all’obitorio per vedere il cadavere, ma quando entrai trovai la sorpresa dell’operatore che si stava tirando una sega palpeggiando le tette del cadavere.
-Mi scusi ma sa, sono belle grosse, come le sue e…- si avvicinò a me, con il pisello di fuori volendo palpeggiarmi le mie belle sorelle.
-Hai toccato un cadavere senza guanti, lavati almeno le mani. Non te le faccio toccare.- Immediatamente andò a lavarsi mani e pisello, almeno tre volte.
Appena tornò mi trovò con la felpa alzata, e i pantaloni calati. cominciò a scoparmi in piedi , e devo dire che era bravo. Visto che continuava a sgusciare fuori, una mano sul culo e non uscì più.
-Ahh finalmente un corpo caldo, che bello.- Mentre si godeva il mio corpo caldo, come diceva lui, mi presi l’appunto mentale che appena finito, di farmi la doccia usando l’acido industriale e non il semplice sapone. Finito anche qui il terzo giro, mentre manteneva la mano sul mio culo, infilando il dito nell’ano e io me lo tenevo stretto, mi spiegò come era morta.
L'ipotesi più plausibile, è che fosse morta per soffocamento, ma non si erano trovati corpi estranei atti a giustificare questo tipo di morte. Ma allora perché una cliente era morta lì? Oppure era morta altrove e poi “buttata via?” e le lettere perché sono state mandate?
Mentre facevo questi ragionamenti, l'uccello dell’addetto, prendeva la via anale, le sue mani strizzavano con ardore le mie tette, quella che doveva essere una cosa rapida, si rivelò lunga anche se molto divertente.
Appena arrivata a casa, mi infilai dentro la vasca e ci stetti così a lungo da uscire come una vecchia di ottant'anni, tutta raggrinzita.
Chiamai Justine, per vedere quelle famose lettere, e lei mi invitò a casa sua, dove sapevo già cosa sarebbe successo, e puntualmente successe.
Mentre me ne stavo placidamente sdraiata e controllavo le lettere, Justine si divertiva ad allargarmi il mio povero ano.
Chiamai l’ufficio, e rispose Henry.
-Dovresti controllare alcune cose, sono qui dalla padrona del locale e ho notato che le lettere sembrano fatte in serie e…- Justine prese il telefono e urlò - Non fate nulla o questa troia la squarto.- abbassato il telefono, ma erroneamente lasciata la comunicazione attiva -Ho fatto tanto per il mio locale e quella puttana voleva denunciarmi per delle irregolarità che aveva fatto lei e le voleva addossare a me.- mi legò e cominciò a scoparmi selvaggiamente, frustandomi pure; sicura del fatto, che tanto che si fossero organizzati, chiamando la polizia ecc ecc lei avrebbe potuto finire tranquillamente e fuggire… Qualcuno bussò alla porta.
Justine, andò a vedere, mentre il mio povero ano si riposava; ma dallo spioncino non vedeva nessuno. Aprì leggermente la porta e la porta la scaraventò a terra. Entrò Jonathan come una furia e la bloccò a terra, legandola con la frusta che aveva usato su di me. Dopo pochi minuti entrò Henry che appena mi vide in quello stato, mi slegò e si prese cura di me.
Jonathan, la prese e la legò a letto. Davanti a lei si spogliò mettendo in evidenza il suo uccello a mezz'asta.
-Che vuoi fare, con quella cosa?-
-Vista la grandezza del mio uccello ho sempre chiesto il permesso, e non ho mai violentato nessuno, fino ad oggi. Tu sarai la prima, nessuna scopa il mio capo senza il suo permesso.-
-Che voi fare aspettAHHHHH.- senza troppe cerimonie glielo mise tutto su per il culo, e la scopò nel modo più doloroso possibile. Dopo che aveva finito la prese a frustate.
-Fa male? Strano, ma è lo stesso che hai fatto tu con il mio capo. No, no tesoro è inutile che implori.- Justine riuscì a scappare, ma l’unica via era la finestra, dove per la fretta di scappare scivolò e si fece quattro piani in caduta libera.
Con molta cautela uscimmo dal palazzo passando dal garage, e mi portarono a casa.
Ero lì tutta nuda e con sorpresa mi accorsi che nessuno dei due se l’era tirato fuori, chi mi medicava, chi mi coccolava; scoprì che Jhonatan era molto bravo a cucinare, e per la prima volta mi misi a piangere, avevo dei collaboratori eccezionali.
I miei assistenti, come si diceva anni fa, inventarono i draghi per sentirmi coccolata e si, li amo tutti e due.
Passarono due settimane, e io li volevo ringraziare per bene, ma loro prima “mi visitarono” e sentenziato che era ancora presto, passarono il tempo a farmi le coccole, ci furono palpate di tette, qualche bella succhiata, ma per un mese abbondante niente sesso.
Riprendemmo a farlo appena guarita e li mi diedero il soprannome giocoso di "chiappe tigrate."
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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